Quando si apre la scatola dei nuovi AirPods Pro 2 la prima cosa che si pensa non è certamente che sia un prodotto nuovo. Gli auricolari Apple di bandiera giunti alla sesta edizione (dopo gli Airpods originali ci sono stati gli Airpods 2, Airpods 3, Airpods Pro e se vogliamo anche gli Airpods Max) hanno un volto molto famigliare, talmente famigliare che se dicessimo che sono identici agli Airpods Pro del 2019 solo chi spacca il capello in quattro potrebbe contestarcelo.
Ma se dopo avere spacchettato le cuffiette bianche vi dovesse sfiorare la nostra stessa tentazione di esclamare un “tutto qui?” mettetela da parte. Gli Airpods Pro 2022 non percorrono la strada dell’iPhone 14, un vero iPhone 13 con un nome differente, ma sono tutt’altra cosa, un vero prodotto nuovo rispetto al modello precedente.
Ad un primo sguardo è impossibile o comunque difficile distinguere gli AirPods Pro (seconda generazione), questo il nome ufficiale di Apple, dagli Airpods Pro di prima generazione. Come detto nel confronto estetico cambiano pochissimo. Bisogna avere una buona famigliarità con il modello precedente e colpo d’occhio per capire quale è l’uno e quale l’altro.
La custodia si riconosce per la griglia dell’altoparlante (sulla funzione qualche cosa al proposito, più sotto) e per l’asola del laccetto (no, nella confezione non ce n’è uno) ma dimensioni forma, design, materiali sono gli stessi.
Per gli auricolari c’è una sola una piccola novità, meno intuibile di quelle che lascia apparire la custodia: la griglia dei microfoni è stata riposizionata, ridotta di dimensioni e separata dai sensori di contatto di nuova generazione. Gli AirPods Pro 2022 infatti come gli AirPods 3 sfruttano una tecnologia che distingue la pelle dalla stoffa o da altri materiali; in questo modo si impedisce che la riproduzione parta quando li si mette, ad esempio, in tasca. Questo sensore è ora posizionato diversamente da quello ad infrarossi.
Nella confezione troviamo anche 4 differenti gommini. Erano tre nella versione precedente, ora si sono aggiunti quelli Extra Small. Apple dice che non sono compatibili con i precedenti. Dal produttore sappiamo che ciò avverrebbe perché la retìna ha una trama più fitta di quella del modello di tre anni fa; non è chiaro come questo possa influenzare lo scambio tra una versione e l’altra.
Dal punto di vista ergonomico non ci proprio novità: gli Airpods Pro seconda edizione calzano e sono stabili quanto i precedenti. Non erano e non sono auricolari nati per il fitness o il jogging ma comunque non cadono anche a fronte di scossoni violenti della testa. Probabile che come gli Airpods Pro 2019 se le orecchie si bagnano per il sudore, la mancanza di un’aletta di stabilizzazione (come quella dei Beats Fit Pro) possa renderli meno saldi. In compenso se li volete usare per la palestra o in un giorno di pioggia, non avrete problemi perché sono a prova di schizzi d’acqua e sudore come, per la prima volta, anche la custodia, ora certificata IPX4.
Dal punto di vista della struttura non cambia neppure il fatto che si tratta di auricolari in ear. Questo significa che, come ovvio visto che c’è un gommino, gli Airpods Pro entrano dentro all’orecchio. Se quindi siete tra coloro che non sopportano questo tipologia di auricolari è bene che vi rivolgiate agli Airpods 2 oppure agli Airpods 3. In ogni caso gli Airpods Pro 2022 come la versione 2019 hanno un sistema per scaricare la pressione dell’aria spostata dal driver verso il timpano.
Dal punto di vista dei controlli localizzati sull’astina, ergonomicamente parlando ci sarebbe qualche cosa da dire. Toccare l’indentazione dove si trova il punto di contatto non è facilissimo; in più le due dita sono un’obbligo anche quando teoricamente per la gesture ne basterebbe una.
Infine non pensiate di togliere una felpa o una maglia sfilandola dal collo con gli Airpdos nelle orecchie. Finireste, causa astina, per togliere anche gli auricolari.
In sintesi ci sono auricolari più comodi degli Airpods Pro
Il peduncolo degli Airpods nato per contenere batteria e microfoni, si è progressivamente evoluto e con il lancio degli Airpods Pro ha accolto un sensore touch e di forza che permetteva di controllare a la riproduzione musicale, la riduzione del rumore e la funzione trasparenza premendo l’asta. Tutto questo resta anche sugli Airpods Pro di seconda generazione ma ora l’asta è in grado anche di controllare il volume mediante una gesture.
Si tratta di una funzione a lungo richiesta anche da noi che nasce esattamente come avevamo immaginato potesse nascere: con una strisciata. Questo sulla carta aumenta la comodità di utilizzo degli Airpods Pro 2. Ci evita infatti di togliere dalla tasca, dalla borsa o dallo zaino il telefono per regolare il suono e sopratutto di ricorrere a Siri in pubblico cosa che nonostante quel che Apple vuole farci credere è socialmente inaccettabile a meno di non ritenere accettabile apparire come qualcuno che parla da solo.
Va detto che il sistema (visto in azione da un paio d’anni sui Bose QuietComfort) resta più scomodo della soluzione a tasto (dei Beats Fit Pro) e anni luce peggio di quella a bilanciere (come sui PowerBeats). I problemi principali sono determinati dal fatto che le astine poggiano sulla guancia e non è semplice toccarle con precisione, tanto meno correndo o camminando. O si sbaglia mira o si fanno cadere gli auricolari dall’orecchio o tutte e due le cose.
Noi dopo con un po’ di esercizio abbiamo limitato i danni passando il dito non sull’incavo ma sullo spigolo esterno che lo delimita. Insomma la verità è che per sfruttare l’innovazione ci si deve impratichire un po’ e alla fine ci si deve anche accontentare ma comunque elogiamo Apple per la buona volontà, sperando per il futuro in qualche cosa di meglio.
Apple sta diligentemente coltivando relazione tra iOS e i suoi auricolari. Intendiamoci, già fin dall’inizio non si trattava di semplici auricolari Bluetooth ma di qualche cosa di specificatamente costruito intorno ad un iPhone. Per questo era difficile (ma non impossibile) usarli con un telefono Android. Anche ora è così ma quel che si perde se non si ha un telefono Apple è molto di più di prima.
Gli Airpods Pro seconda edizione, presentano infatti un loro menù specifico che gestisce praticamente tutto. Una buona idea visto che con gli Airpdos Pro 2022 ci sono numerose novità che richiedono di applicare opzioni e scelte. Va detto che il merito è tutto di iOS 16; anche gli altri modelli di Airpods e persino i prodotti Beats che hanno molte funzioni in comune con gli Airpods Pro, hanno lo stesso menù.
Grazie ad esso abbiamo la possibilità, ad esempio, di vedere il livello della batteria, di gestire le funzioni della pressione sull’asta, di fare il test di aderenza degli auricolari, attivare o disattivare la trasparenza adattiva e il rilevamento dell’orecchio e così via. È qui che si svolge anche il test dell’aderenza e la creazione di un profilo personalizzato.
Gli AirPods Pro 2, come accennato, hanno una nuova custodia. Lo si nota, come detto in apertura, dall’attacco del laccetto e dal piccolo altoparlante che si trova sul fondo, tutte e due peculiarità di questa versione degli Airpods. Altro dettaglio non visibile è che la nuova custodia è la menzionata certificazione IPX4; non resisterà al lavaggio in lavatrice ma se dovesse ricevere spruzzi d’acqua e pioggia non correrete il rischio di danneggiarla.
L’aspetto più rilevante è però che ora la custodia funziona ora più o meno come se fosse un Airtag. Dopo alcune peripezie (inizialmente i nostri AirPods Pro si rifiutavano per qualche ragione di attivare la rete e abbiamo dovuto resettarli più volte) siamo riusciti a sperimentare questa novità che si annuncia come utile.
Se useremo Dov’è, la custodia può essere individuata seguendo l’indicazione di prossimità offerta da iPhone che ci guiderà ad essa con la classica freccia. Se è fuori dalla rete wireless, essendo registrata sull’Apple ID, basterà che entri nel raggio d’azione di un altro iPhone per mostrarci una mappa dove si trova. La custodia grazie all’altoparlante integrato può anche emettere anche suono (ecco la ragione numero uno del piccolo altoparlante) e far lampeggiare il LED, utile per trovarla quando manca la luce.
Come in precedenza resta possibile anche fare suonare i singoli auricolari ma anche trovarli con Dov’è. I questo caso però non si avrà una posizione precisa perché (probabilmente) gli auricolari non hanno il chip U1 come la custodia. Si saprà solo se si sono “lontani”, “vicini” o “qui.
A proposito di ricarica, gli AirPods Pro 2 hanno (probabilmente per l’ultima volta) il vecchio connettore Lighting ma sono compatibili con tutti i caricabatterie wireless QI. Quello ideale è però un caricabatterie MagSafe perché all’interno della custodia c’è il classico magnete che consente di posizionarle precisamente.
Novità della versione 2022, gli AirPods Pro sono in grado di ricaricarsi mediante il caricabatterie di Apple Watch. Visto che gli AirPods si collegano direttamente anche ad un Apple Watch, avere la possibilità di ricaricarli usando lo stesso cavo dello smartwatch contribuisce a sfoltire il contenuto di borse e zaini.
Un piccolo dettaglio degno di nota, è il jingle che l’altoparlante riproduce quando la custodia va in ricarica. Se vi dà fastidio (ha un volume relativamente alto) potrete spegnerlo dal menù Airpods.
Apple sostiene che la soppressione del rumore, grazie al nuovo chip H2, è superiore rispetto a quella applicata dagli AirPods Pro originali. Dopo le prime ore di prova possiamo confermare che abbiamo avuto l’impressione che la funzione ANC sia notevolmente migliorata, anche se non sappiamo se sia di “due volte superiore” (come dice Apple) ai precedenti.
Il merito è principalmente di H2, il nuovo processore che gestisce praticamente tutto quel che fanno gli Airpods. Ricordiamo nella prima versione c’era un chip denominato W1 cui è succeduto H1, usato in tantissimi prodotti Apple e Beats. H2 è più potente e veloce di H1 e svolge quindi meglio anche la funzione di cancellazione del rumore.
Che la nuova tecnologia ANC sia migliorata lo si percepisce di fronte alla Tv, nel chiacchiericcio di una stanza o quando ci sono suoni estemporanei e improvvisi. In questi casi i precedenti Airpods non riuscivano a rispondere velocemente ed efficacemente come facevano nel caso di suoni prolungati su una frequenza costante. La stessa cosa accade con i Beats Fit Pro che pur avendo un ottimo sistema di riduzione del rumore non possono essere considerati il meglio in assoluto in questo ambito.
Oggi stando in una stanza con altri colleghi che parlano ad alta voce con indosso gli Airpods Pro 2 non si avrà forse il silenzio assoluto ma un’ambiente con rumori ovattati a sufficienza da non essere fastidiosi. La stessa cosa accade nella carrozza di un treno: i discorsi di due vicini chiaccheroni non saranno del tutto cancellati ma con il contributo dell’ANC e di un po’ di musica o di un podcast non si sarà costretti a cogliere ogni sfumatura del loro dialogo.
È difficile misurare scientificamente quanta parte di rumore viene cancellata ma qualche idea si può avere sfruttando l’applicazione Rumore di Apple Watch. Con i nuovi Airpods Pro 2022 infatti questo programma che nasce per capire quanto sia il rumore ambientale mostra in tempo reale la riduzione applicata dagli Airpods. Nel nostro caso abbiamo notato una riduzione del rumore di una stanza da 70 a 52 decibel e in un’altro caso da 55 a 21. Abbiamo poi fatto il test con un aspirapolvere in funziona e il rumore è sceso da 87 a 61. Considerando che il decibel segue una scala logaritmica, il che significa che l’incremento di un valore di 3 decibel corrisponde a un raddoppio, si comprende quando rumore gli Airpods Pro 2 siamo in grado di sottrarre all’ambiente.
Possiamo dire che nei fatti gli Airpods Pro di seconda generazione hanno chiuso lo vantaggio che avevano con i Bose Quietcomfort di prima generazione, leader del settore, recensiti un paio di anni fa. Resta da vedere come potrebbe finire il confronto degli Airpods Pro con i Bose Quietcomfort II appena rilasciati…
Apple afferma che è notevolmente migliorata la fedeltà musicale citando i nuovi amplificatore e driver ad elevata escursione (anche se sempre da 11mm di diametro), oltre che il processore H2 che lavorano insieme “per ridurre la distorsione durante la riproduzione”. Quel che Apple non ha fatto, nonostante la compatibilità con Bluetooth 5.3, è stato introdurre l’audio Lossless o ad alta risoluzione. Ma come fa notare qualcuno semmai dovesse avere un simile passaggio avrebbe più senso farlo con il lancio di una nuova versione delle cuffie Airpods Max.
In ogni caso è difficile lamentarsi degli Airpods Pro 2. Non sono, come nessun auricolare o cuffia wireless, un prodotto per audiofili ma hanno quel che serve per soddisfare un po’ tutti. Il suono che arriva dagli Airpods da sempre è infatti molto “democratico” e anche gli Airpods Pro 2 hanno questa caratteristica, anzi l’accentuano.
Dopo una settimana di prove, diremmo che il meglio gli Airpods Pro 2 l’offrono con pop e acustica. C’è infatti una chiara sottolineatura sulle tonalità tipiche di questi generi oltre che una cura sulla riproduzione della voce umana (quasi perfetta in Hunge di Florence Welch). Questo pregio lo si nota anche nella danza delle note e delle frequenze di River and Sticks di Oakhurst che sottolinea anche la capacità di separazione e di effetto palco; stessa cosa accade in Take Five di The Dave Brubeck Quartet. Molto bene per definizione anche Wilderness di Explosion in The Sky.
Ma con la nuova versione gli Airpods Pro mettono qualche cosa di più anche in brani tutti virati agli ultrabassi come It Ain’t Hard to Tell dei Nas, Silent Shout di The Knife o Metronimic Underground di Stereolab. Il passo avanti non basta per far tremare il cranio, ma i bassi suonano in un tempo rotondi, naturali e anche abbastanza potenti; sono quindi sufficienti per chi cerca qualche cosa di energetico per un allenamento in palestra o per una corsa.
In definitiva il suono degli Airpods Pro 2 è più ricco e preciso di quello degli Airpods Pro e degli Airpods 3 su tutte le tonalità. E di questo ne beneficia la riproduzione a basso volume dove si possono comunque percepire le varie sfumature di tutti i brani.
Gli Airpods Pro 2 hanno una serie di altre novità interessanti anche se non influenti come quelle che abbiamo citato poco sopra.
Una di queste è la trasparenza adattiva. Di chi si tratta lo sanno coloro che hanno provato auricolari e cuffie della concorrenza. Si tratta di un sistema che nasce intorno alla modalità trasparenza ovvero il sistema che consente di ascoltare il suono intorno a noi in maniera chiara a distinta nonostante si indossino gli auricolari ma che a differenza della versione precedente attiva automaticamente la riduzione del rumore quando c’è un suono potente e fastidioso.
Il funzionamento è un po’ diverso da quello citato dei concorrenti. Nel caso degli Airpods Pro 2 il sistema prima di tutto opera solo su alcuni suoni (Apple cita un martello pneumatico o la sirena di un’ambulanza) e più potenti, quando quindi salgono sopra gli 85 decibel. Questo significa che non viene ridotto il rumore di una TV, le urla dei bambini, le voci nella carrozza di un treno né il rombo del traffico ma solo rumori davvero fastidiosi.
Tecnologicamente si tratta quindi di qualche cosa di più sofisticato di, ad esempio, la modalità ActiveSense dei Bose QuietComfort Earbuds che di fatto aumentano o diminuiscono la potenza della riduzione del suono. L’effetto dovrebbe quindi diventare più naturale perché lascia il rumore intorno a noi al livello che ci attendiamo esso dovrebbe avere, limitandosi ad abbattere quel che ci provoca fastidio; nello stesso tempo ci lascia percepire suoni che comunque meritano attenzione (le ambulanze e la polizia non usano la sirena ad alto volume(simil per disturbare i passanti…)
Funziona? Abbiamo faticato un po’ nel trovare quel suono fastidioso che Apple cita ma alla fine possiamo dire che funziona: il suono della sirena della macchina della polizia ad un semaforo, si è ridotto e pur senza sparire: gli Airpods Pro seconda generazione hanno eliminato il senso di fastidio. Non si tratta comunque di nulla di rivoluzionario né, soprattutto, di esclusivo. A quanto pare anche gli Airpods Pro di prima generazione potrebbero avere con iOS 16.1 questa funzione.
In questo contesto vorremmo anche segnalarvi una cosa che abbiamo scoperto da poco: il poco pubblicizzato menù specifico per la trasparenza. Lo trovate sepolto in profondità dentro ad iOS. Andate in Impostazioni > Airpods> Accessibilità > Impostazioni di Accessibilità audio > Regolazioni cuffie > modalità trasparenza; qui ci sono una infinità di opportunità di personalizzazione tra cui anche la quantità di rumore ambientale da far passare e il livello di amplificazione.
Apple ha introdotto l’audio spaziale personalizzato; si tratta di un sistema (simile a 360 Reality Audio di Sony) che crea una mappa dell’orecchio e della testa in maniera tale da migliorare la riproduzione del suono spaziale in accordo con la forma anatomica di chi usa gli Airpds. Parliamo di Airpods Pro e non di Airpods Pro di seconda generazione perché funziona, appunto, con tutti gli Airpods Pro e tutti gli altri dispositivi che supportano l’audio spaziale tra cui gli Airpods 3, gli Airpods Pro Max e anche di Beats Fit Pro.
Abbiamo provato a sperimentare il sistema che sfrutta la fotocamera TrueDepth, la stessa di FaceId. Dopo avere scansionato il volto e le due orecchie (tenete il telefono ad una distanza di una cinquantina di centimetri dalla testa) viene creato un profilo personalizzato che dovrebbe migliorare l’ascolto dell’audio spaziale. Il profilo viene anche condiviso su tutti i dispositivi collegati ad iCloud ed è attivato automaticamente fino a quando non lo si cancella.
Anche qui la domanda è: funziona? Tecnicamente funziona ma la personalizzazione mediante la fotocamera True Depth non ci è parsa una rivoluzione. Anzi quando attivata diremmo che ha un pochino peggiorato (a nostro gusto) la qualità della riproduzione e il nostro profilo è finito subito nel cestino.
Apple ha sensibilmente aumentato l’autonomia degli Airpods Pro 2 rispetto al modello precedente. Nelle specifiche si parla di sei ore con ANC attivato. Nel corso della nostra settimana confermiamo la stima: in quattro ricariche abbiamo costantemente superato le 5 ore e 45 minuti. In un’occasione persino superato le sei ore (anche se solo di qualche minuto). È un passo avanti significativo rispetto agli Airpods Pro del 2019 che non arrivavano a quattro ore e mezza. Sfruttando la custodia si arriva a 30 ore di autonomia. Cinque minuti nella custodia, come in precedenza, offrono un’ora di autonomia aggiuntiva.
Nelle chiamate telefoniche la nostra voce è giunta all’interlocutore chiara e distinta, quasi come se non stessimo usando degli auricolari. La soppressione del rumore che ci circonda (quello che non vogliamo fare sentire all’interlocutore come il rumore della strada o di una stanza) è efficace anche se non totale.
In ogni caso parlare al telefono per strada indossando gli Airpods Pro 2022 consente di comunicare senza urlare, anzi in alcune occasioni (specialmente se è attivata la funzione ANC) si corre il rischio anche di parlare ad un volume troppo basso visto che regoleremo la voce non sul suono reale ma su quello percepito che sarà più basso per effetto, appunto, dell’ANC. In pratica sentendo meno rumore tenderemo a parlare a basso volume.
Nel corso della nostra prova è apparso chiaro che gli AirPods Pro 2 sono un passo avanti molto più significativo di quel che si tenderebbe a pensare. Anche se il design non è cambiato ci sono importanti novità che migliorano l’esperienza d’uso in maniera sostanziale.
Aumento della qualità della soppressione del suono, riproduzione musicale di accresciuta fedeltà, la nuova custodia, controlli (benché non perfetti) per l’audio direttamente sullo stelo, la piena compatibilità con Dov’è, l’autonomia aumentata, presi da soli sono dettagli ma sommati uno all’altro fanno degli Airpods Pro 2 un prodotto molto diverso e molto migliore degli Airpods Pro del 2019.
Resta da vedere se questo basterà agli Airpods Pro di tornare in vetta nel “libero mercato”, quello di chi pur avendo un prodotto Apple non necessariamente vuole un prodotto nato per questo ecosistema, ma qualche cosa con specifiche qualità in fatto di riproduzione musicale e soppressione del rumore. Qui quel che Apple ha fatto potrebbe non bastarle a tenere testa alla concorrenza di rivali come Bose, Sony e Sennheiser che si sono fatti più agguerriti.
Se invece il punto di vista è quello di chi vuole il miglior prodotto possibile per un iPhone o un iPad, è chiaro che non può esistere un singolo avversario capace di sconfiggere le cuffiette bianche in edizione 2022.
Questo, visto l’indiscutibile passo avanti rispetto ad Airpods Pro di prima generazione che porterà molti ad aggiornare i vecchi Airpods e il miliardo di iPhone in circolazione cui si sommano 500 milioni di iPad, sarà sufficiente a fare di Airpods Pro 2022 un blockbuster nelle vendite.
Gli Airpods Pro di seconda generazione costano 299€, venti euro più del modello originale, e sono in vendita in tutti i negozi Apple, presso i rivenditori autorizzati e anche on line su Apple Store. Sono disponibili anche su Amazon allo stesso prezzo di Apple.
Su Amazon sono ancora in vendita a prezzo scontagli gli Airpods Pro 2019 e con essi anche gli Airpods 3 e gli Airpods 2, spesso a prezzo scontato.